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Autore Il mestiere delle armi
Hellboy

Reg.: 22 Ago 2003
Messaggi: 4287
Da: Rio Bo (es)
Inviato: 03-09-2004 19:02  
"l'idiozia e l'inutilita' della guerra".
ribadita anche nel film successivo Cantando dietri i paraventi.
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tarta00

Reg.: 13 Set 2004
Messaggi: 10
Da: legnano (MI)
Inviato: 13-09-2004 20:26  
Io l'avevo già visto tempo fa,purtroppo non al cinema.Lo trovo bellissimo.I dettagli, i dialoghi e la colonna sonora che "sanno" di antico, le immagini di ispirazione pittorica.E poi quei silenzi, lo sguardo malinconico e profondo dell'attore bulgaro che impersona Ioanni de Medici e che vale mille discorsi.
Insomma io ne sono entusiasta.Non si era capito?ciao

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emanuele88

Reg.: 21 Giu 2004
Messaggi: 309
Da: Jesi (AN)
Inviato: 14-09-2004 19:07  
è bello come si dice?
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L’Inferno è l’impossibilità della ragione(Platoon)
Che te lo dico a fare......(Donnie Brasco)
1,2,3 Freddy viene per te.......(Nightmare on Elm street)

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emanuele88

Reg.: 21 Giu 2004
Messaggi: 309
Da: Jesi (AN)
Inviato: 14-09-2004 19:08  
é quello con Raul bova?
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Emanuele75

Reg.: 19 Apr 2004
Messaggi: 267
Da: Valeggio sul Mincio (VR)
Inviato: 14-09-2004 21:05  
Il film è bellissimo e non c'è Raul Bova ma un bravissimo attore bulgaro: Hristo Jivkov.

Come è stato giustamente ribadito nei post precedenti, il Mestiere delle armi non è un film d'azione, anzi come tutte le opere di Olmi è caratterizzato da una grande cura per la fotografia che unita alla estrema lentezza dei dialoghi recitati in dialetto padano e in italiano arcaico, crea un atmosfera cupa ma ipnotica che induce lo spettatore alla riflessione sul tema portante del film: l'assurdità della guerra, vista non come lotta fra buoni e cattivi che non sono neanche ben definiti, ma come una sorta di pestilenza, insita nella natura stessa dell'uomo che lo porta al degrado e al annichilimento.
La fotografia cupa nebbiosa e inquietante del film quindi altro non è che l'immagine dell'animo degli uomini alle armi.
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Our motto: Apocalypse Now

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Malvasia

Reg.: 22 Ago 2004
Messaggi: 487
Da: Portogruaro (VE)
Inviato: 14-09-2004 21:49  
gran film.





e Hristo Jivkov pure un bel figliolo (cosa che non guasta affatto )
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yeeeeeh!

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 15-09-2004 23:46  
De Profundis -

"Dal profondo grido a te, o Signore. Ascolta la mia voce , intendi la mia invocazione. Se tu conservi il ricordo delle nostre colpe chi mai potrà salvarsi. Pietà di me o Signore, liberami dalle mie miserie e, secondo la grandezza del tuo amore, cancella ogni mia colpa. Dov’è, o morte, la tua vittoria, dov’e il ferro tagliente della tua lama?! L’arma infallibile della morte è nella legge del peccato. Ma poiché io spero in te signore, l’anima mia confida nel tuo perdono e il mio cuore ti aspetta più che le sentinelle l’aurora."

Questa supplica scaturisce dalle profondità più sacre del dolore umano; struggente poesia, meravigliosamente "laica" nella sua schietta religiosità. La "racconta" un vecchio sacerdote con voce commossa a Giovanni dalle Bande Nere sul letto di morte. Come si fa con i bambini con le ninnananne, per accompagnarli nel mondo dei sogni, è l’ultima favola per questo "capitano legato dalla morte", straziato dal dolore, mutilato da una subdola palla di cannone, sconfitto dal tradimento ma non privato di quel raggio d'estrema estati, per essere stato, fratello di Achille, eroe indomito, guerriero per “mestiere”, poeta per elezione e vocazione. Come se giungesse da chissà quali lontananze - remota suggestione -, per quel pudore e rispetto che la sacralità della morte esige, mentre scorrono i fotogrammi che narrano gli ultimi istanti di vita di Giovanni de Medici, si ode un soprano che interpreta la struggente "Pavan Lacrimae" di John Dowlands, insigne musicista del rinascimento inglese. Vi sono momenti filmici in cui la musica, la “canzone”, fattasi della stessa “materia” delle immagini e delle parole, contribuisce a far confluire e condensare in quell’unico, profondo punto di sublime trasfigurazione lirica, i significati e le “verità” di una storia, di una favola, di un’immagine, di una visione. Di una supplica sacrale, nel caso del bellissimo film di Ermanno Olmi intitolato Il Mestiere delle Armi.

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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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Davil89

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 6581
Da: Soliera (MO)
Inviato: 15-01-2005 15:27  
l'ho visto stamattina a scuola e mi è piaciuto vermante tanto. La storia è bellissima, le ambientazioni affascinanti e un atmosfera stupenda

nota negativa: un po' macchinoso
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"Non smettere mai di sorridere, nemmeno quando sei triste, perché non sai chi potrebbe innamorarsi del tuo sorriso"

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Jourdain

Reg.: 21 Set 2007
Messaggi: 179
Da: Vignate (MI)
Inviato: 02-02-2008 09:38  
Realistico, ma musicato di sacro, Ermanno Olmi dirige, coi pennelli del Mantegna, Antonello da Messina e Giorgione, il disfacimento dell’uomo come valore supremo dell’umanesimo al soldo della palla di cannone. Risparmia le parole che, quando ci sono, bagnano la pellicola di poesia o di dialetto sofferente per il freddo e la fatica. Immagini di un cinema che parla da solo, di un cinema che potrebbe essere “cinema muto”, fotogrammi che sembrano quadri.
Ermanno Olmi restituisce un’arte affine all’arte prima dell’avvento del cinema, un’arte cultuale e da contemplare. “Il mestiere delle armi” è cinema distante da ciò che s’intende oggi con questa parola.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 03-02-2008 02:24  
quote:
In data 2005-01-15 15:27, Davil89 scrive:
nota negativa: un po' macchinoso




In che senZo?
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